World Cafè Sustainable Business and Innovation, 11° edizione. Il 26 novembre l’Associazione FAIR
– The Florentine Association of International Relations di Firenze ha organizzato l’undicesima
edizione della conferenza annuale sui temi della impresa sostenibile e della innovazione
responsabile. Focus di quest’anno le catene del valore in Italia, Europa e Africa.
Firenze, 26 novembre 2024 – Come ogni anno , a ridosso della COP Conferenza della Parti sul Clima ,
quest’anno giunta alla 29 edizione organizzata a Baku in Azerbaigian, l’Associazione FAIR organizza la
propria conferenza annuale per riunire a Firenze i protagonisti dello sviluppo sostenibile e delle
organizzazioni e imprese responsabili per discutere e confrontarsi sui temi più attuali della sostenibilità.
L’Associazione FAIR accoglie tutti coloro che , nel tempo, si sono occupati e si occupano di sostenibilità
per la loro impresa, professione o territorio e che sono desiderosi di confrontarsi su temi comuni con
persone con esperienze e competenze differenti.
L’11° edizione è stata ospitata anche quest'anno presso Palazzo Peruzzi sede della CGIL Firenze
Metropolitana partner dell’evento.
Il titolo di quest’anno “The EU Green Vision & the redesign of the global value chains. What challenges
for firms, human rights and the environment?”.
Il tema, volutamente ampio, viene scelto come traccia iniziale perché si sviluppi, secondo le regole del
format, un dibattito tra pari organizzati in gruppi e limitato nel tempo da un coordinatore che ha il compito
di guidare i partecipanti ad individuare, dopo le presentazioni e condivisioni di esperienze, le principali
opportunità , sfide e i passi necessari per coglierle e affrontarle.
Un momento quindi di riflessione, dibattito e confronto tra persone, imprese e organizzazioni leader del
cambiamento sui temi principali dello sviluppo sostenibile e dell'innovazione responsabile applicate
quest’anno al tema delle catene del valore e al come queste cambino sotto la pressione di innovazioni
normative e tecnologiche.
FAIR ogni anno introduce delle novità nel format: l’obiettivo non è solamente quello di dare seguito a un
evento iniziato con successo undici anni fa ma di mettere le basi per costruire un percorso
che, nel corso degli anni, possa stimolare momenti di confronto che diano adito a progetti concreti da
sviluppare con tutti gli stakeholder interessati.
La prima novità di quest’anno, che è anche una conferma delle ultime edizioni, riguarda l’opening speech
iniziale. Uno o più ospiti italiani e internazionali intervengono sul tema con l’obiettivo di dare una
prospettiva diversa che possa scuotere sicurezze e conoscenze, teste e cuori.
Tale compito quest’anno è stato affidato a Laurence Blattmer e Fr Aniedi Orurke dei Dominicans for
Justice and Peace , ONG religiosa con sede a Ginevra, specializzata nella attività di advocacy presso
le Nazioni Unite sui temi del business, dei diritti umani e dell’ambiente.
Le tre parole chiave di questa edizione sono state quindi introdotte riportando una bad practice dalla
Africa e in particolar modo dalla Repubblica Democratica del Congo e dalla industria mineraria. Tale
esperienza è stata integrata dalla testimonianza ed esperienza di vita pluriannuale nel paese e nel
continente di Padre Fernando Zolli dei missionari Comboniani.
E’ stato questo un modo per stimolare i partecipanti – oltre 70 in presenza e online collegati dall'Italia e
vari paesi del mondo - a ragionare sul tema generale declinandolo nelle tre parole chiave e sviluppandolo
nel corso dei tre tavoli di lavoro su tre aree: impresa e regolamentazioni europee, lavoro e nuove
tecnologie come la AI, comunità e territorio.
Dopo un’ora di intenso dibattito quanto emerso é stato condiviso con l’ultimo gruppo di lavoro, il tavolo
su Moda sostenibile, giovani e Africa. Questo gruppo è stato affidato ai giovani italiani e stranieri che
hanno dovuto provare a integrare e applicare idee e concetti , rischi e opportunità, emersi nei lavori
precedenti per arrivare a una conclusione generale dei lavori della giornata con uno sguardo al futuro,
rappresentato dall’Africa il continente con l’età media più bassa al mondo.
Compito portato a termine con successo e che possiamo riassumere in due modi.
Il primo , nelle parole chiave emerse dal dibattito e che hanno integrato le tre di partenza:
conversione invece di transizione, ricchezze e capitali non solo economici, corresponsabilità e reciprocità,
generazione, rigenerazione e restituzione, senso comunitario, collaborazione, lungimiranza, nuove
conoscenze, competenze e modelli di sviluppo, approccio scientifico e partnership pubblico-privato.
Nel secondo modo, con la seguente considerazione: per poter parlare di transizione ecologica in Italia e in
Europa è necessario fare i conti non solo con quello che accade nei nostri territori e comunità ma allargare
lo sguardo e integrare anche quei paesi, territori e popolazione che di fatto pagano il prezzo vero della
transizione.
Il continente Africano oggi ne è l’esempio negativo ma puo' diventare positivo se si cominciano a cercare le
future potenzialità oggi ancora inesplorate. Le esperienze riportate e il confronto hanno sottolineato la necessità
di aprirsi all’altro, di conoscerlo, di apprezzarne le ricchezze economiche, culturali e spirituali e di
sviluppare in ascolto e alla pari forme di collaborazione che diano luogo a modelli innovativi di
sviluppo sostenibile dal basso.
L’evento è stato realizzato in collaborazione con CGIL Firenze Metropolitana, Associazione Amerigo,
Centro Studi Italia Canada e BABEL Unità di Ricerca della Università di Firenze.
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